Negli ultimi anni è diventata di uso comune l’espressione “relazione tossica” in riferimento a qualsiasi legame cui associamo disagio, sofferenza, incomprensione, calo di autostima, mancanza di sostegno, difficoltà a “crescere”; in altre parole, nel sentire comune, è tossico quel legame che non viviamo come reciproco, accogliente e basato su comprensione ed ascolto. Messa in questi termini, ogni relazione può attraversare dei momenti bui che talvolta possono essere risolvibili e talvolta no. Nella mia esperienza da psicoterapeuta qui a Torino, l’accezione di legame tossico cambia in relazione alla generazione che lo utilizza: le giovani e i giovani sono più attente/i e sensibili alle sfumature di questa definizione. Mi sembra che le persone adulte associno più facilmente il concetto a relazioni di coppia disfunzionali mentre le/i giovani siano più aperte/i all’idea che varie relazioni si possano definire tossiche. Resta fondamentale il riconoscimento della sofferenza che questo legame porta come punto di partenza per orientarsi sulla necessità di comprendere ed eventualmente agire per cambiare la situazione.
Che cos'è una relazione tossica
Come possiamo definire “tossica” una relazione? Partiamo dal significato di “tossico” che è velenoso, dannoso, nocivo. Questo porta la nostra attenzione su una relazione che ci crea dolore e ci mette in pericolo fisicamente, mentalmente ed emotivamente. Possiamo considerare la questione sotto due punti di vista: quello oggettivo e quello soggettivo. Il piano dei riferimenti di legge definisce il campo di ciò che è “tossico” oggettivamente; parlo, quindi, dei reati che avvengono all’interno delle relazioni: violenza (fisica e psicologica), abusi e minacce definiscono una relazione tossica al di là di qualsiasi dubbio. Ciò non toglie che anche il piano del percepito soggettivamente sia da ritenersi degno di considerazione nell’ambito delle relazioni tossiche. Può darsi il caso, infatti, che per quanto in una relazione non sia identificabile un reato, la persona senta il legame come nocivo e mortificante.
Gli effetti di tali relazioni sulle persone potranno articolarsi in modi estremamente diversi il cui comune denominatore è la sofferenza soggettiva. La maniera in cui questa sofferenza si declinerà sarà differente in relazione alle caratteristiche della persona, alla sua storia, al suo ambiente, ai suoi riferimenti e alle sue risorse. Non esiste, quindi, una maniera univoca di definire gli effetti di una “relazione tossica” ma possiamo dire che trasversalmente queste relazioni comportano un’intensa sofferenza.
Segnali di allarme e come riconoscere una relazione tossica
Riconoscere una relazione tossica non dipende necessariamente dalle caratteristiche oggettive del legame stesso. A volte le persone che sono all’interno di una relazione violenta ad esempio, non riescono a riconoscerla come tale poiché, in quel contesto, si possono sviluppare delle dinamiche che rendono la persona meno lucida e meno capace di valutare che quel legame è in effetti tossico. In generale, può accadere che le relazioni non siano costantemente nocive ma che alternino momenti percepiti come “positivi” ad altri che sono percepiti come “negativi”.
La sofferenza, l’insoddisfazione, il conflitto possono essere elementi che in vari momenti si ritrovano nelle relazioni rendendole difficili; quando però questi elementi divengono pervasivi e ci fanno sentire in difficoltà nell’esprimerci e realizzarci possiamo pensare che la relazione possa essere tossica per noi.
Le cause delle relazioni tossiche
Pensare ai fattori che possono portare all’instaurarsi di relazioni tossiche è complesso e può persino essere vissuto come colpevolizzante per chi subisce la relazione. Dal mio punto di vista, ognuno di noi attraversa dei momenti della vita in cui è più vulnerabile per condizioni intrinseche o perché vive dei momenti particolarmente delicati. La vulnerabilità in un dato momento, le difficoltà interne ed esterne che una persona affronta, il contesto e la rete di sostegno sono tutti fattori che possono contribuire al ritrovarsi in un legame che si rivela “tossico”; dobbiamo però considerare che il più delle volte un legame tossico non inizia come tale ma la sua evoluzione è subdola e progressiva. L’autostima ne risulta indebolita nel tempo e spesso le persone possono essere in difficoltà nel prendere una posizione di rottura perché ricordano bene ciò che di positivo quella relazione può aver dato. La comprensione dell’andamento della relazione (e dei ruoli al suo interno) nonché della mortificazione dei bisogni che ne deriva è la chiave per assumere una posizione differente.
Come uscire da una relazione tossica
Per uscire da una relazione tossica è necessario passare attraverso il riconoscimento della propria sofferenza e l’accettazione del fatto che un’esperienza di questo tipo può capitare a chiunque. Vivere il proprio disagio come qualcosa che può accadere a chiunque è liberatorio rispetto ai sensi di colpa e alla vergogna di trovarsi in una situazione difficile e mortificante. La nostra è una società che ci vuole performanti e indipendenti; la comprensione dell’illusorietà di questa condizione è il primo passo per il riconoscimento della nostra vulnerabilità e delle nostre difficoltà.
Questo ci aiuta a guardare in faccia i problemi e a riconoscerli come tali. C’è chi in tale condizione potrà sentirsela di cambiare la situazione con le risorse che ha già a disposizione e chi, invece, potrà valutare di mettere in campo delle risorse diverse come la consulenza psicologica e la psicoterapia
Riprendersi dopo una relazione tossica
Il riconoscimento e la comprensione delle dinamiche relazionali sono la base per superare una relazione tossica. Un attento ascolto delle proprie esigenze e della sostenibilità del possibile cambiamento da mettere in atto saranno le fondamenta per riprendersi da una relazione tossica.
Uscire da queste situazioni implica una conoscenza di sé, dei propri bisogni e delle dinamiche relazionali tali da far in modo si strutturino i propri legami in un’ottica di reciprocità.
Il percorso verso relazioni “sane”
Imparare dalle nostre esperienze passate è proprio una delle modalità di apprendimento che noi utilizziamo. Va da sé che un lavoro di comprensione adeguato delle dinamiche che hanno contribuito a restare in una relazione tossica nonché dei propri bisogni aiuta a rendere il cambiamento stabile e contribuisce a costruire relazioni caratterizzate da reciprocità e sostegno. Si innesca, quindi, un circolo virtuoso che sostiene l’aumento dell’autostima e migliora la sensazione di efficacia comunicativa e relazionale.
Cosa può fare lo studio psicologo Con.Te. di Torino
Le persone che vivono un legame tossico possono essere particolarmente in difficoltà nel riconoscerne i limiti ed intravedere delle nuove possibilità e soluzioni. Questa sensazione è normale in situazioni in cui le persone soffrono sentendosi meno efficaci nell’agire un cambiamento e nell’autodeterminarsi. Il riconoscimento della sofferenza e della difficoltà ad adottare strategie diverse può essere motivo per rivolgersi ad una/o psicoterapeuta. Le professioniste di Studio Psicologo Con Te qui a Torino si occupano da anni di gestione di problematiche relazionali importanti come quelle che possono occorrere in relazioni tossiche; il percorso psicoterapeutico è caratterizzato da: ascolto empatico, assenza di giudizio, accoglienza di tutti i vissuti emotivi, rivalutazione dei propri pensieri con nuovi e più funzionali significati, rispetto dei tempi personali, comprensione e legittimazione dei propri bisogni. Durante una psicoterapia vengono stimolate le risorse personali, valorizzate le qualità e le competenze; al contempo ci si prende cura delle criticità, delle convinzioni svalutanti e delle proprie strategie disfunzionali che rendono difficile la rottura dei legami tossici. Il lavoro terapeutico può essere, dunque, un modo efficace per comprendere la situazione e trovare soluzioni sostenibili per affrontarla.
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