Il periodo natalizio ci travolge di messaggi polarizzati in termini ideali. Il cliché del Natale riguarda situazioni di benessere, affetto e appagamento. Nei giorni precedenti, tutto attorno a noi crea l'attesa di un momento che dovrebbe essere il più sereno dell'anno o colmo di affetto e di buoni sentimenti nonché intenzioni. L'aspettativa sociale riguardante le feste rischia di metterci in una posizione di profonda difficoltà . Le festività facilitano la formulazione di bilanci rispetto a ciò che la nostra vita "è" in contrapposizione a ciò che la società ci suggerisce "debba essere". Partendo dal presupposto che sia impossibile che le vite delle persone, nella loro specificità , a Natale si somiglino tutte per arrivare a confluire in un'unica immagine collettiva di serenità , vediamo di capire in quali modi le festività possono risultare stressanti o deludenti.
Cosa cambia nella nostra vita nei periodi festivi
Innanzitutto il carico aggiuntivo di "compiti" da svolgere in concomitanza con le normali attività quotidiane: le recite scolastiche dei bambini , l'organizzazione delle giornate di festa e l'acquisto dei regali possono complicare la vita sia che siano compiti da svolgere sia che non lo siano. Potrebbe infatti essere un problema sia aggiungere tali attività alla vita quotidiana sia non avere questa incombenza: non averla potrebbe voler dire che la propria vita non risponde alle attese sociali su come dovrebbe essere. Mi rendo conto che questa affermazione possa apparire superficiale e non dico che questa considerazione valga per tutti. Credo però sia importante riconoscere che le difficoltà connesse ai periodi festivi siano da rintracciarsi nel confronto personale con gli stereotipi, con le attese sociali ma anche con quelle personali. Ognuno di noi vive una realtà che, nella maggior parte dei casi, non è perfetta e per ciascuno questo può avere un peso diverso. Inevitabilmente esiste, nella vita delle persone, qualcosa che si sarebbe desiderato e che non è arrivato o non è accaduto.
Le feste e le relazioni significative
La delicatezza del periodo delle festività riguarda, credo, soprattutto la sfera relazionale. Il potere evocativo dell'ideale confluisce necessariamente nelle attese o nelle aspettative all'interno delle relazioni significative. Potrebbe risultare deludente la qualità delle relazioni che viviamo di contro a ciò che desidereremmo avere, oppure potrebbe essere complicato confrontare la nostra vita con le attese delle figure significative o con quelle personali. Su tutto ha necessariamente un peso non solo il nostro trascorso ma anche il contesto culturale in cui viviamo. I piccoli centri possono essere maggiormente portatori di aspettative culturali rispetto ad evoluzioni di vita specifiche, cioè possono proporre meno alternative possibili riguardo a percorsi di vita. Questo potrebbe incrementare la sofferenza soggettiva e la tendenza ad entrare meno in contatto con le proprie esigenze.
I problemi di una città come Torino
Un grande centro come Torino consente il confronto con percorsi di vita estremamente diversificati che possono portare a sentire meno il disagio dovuto alle aspettative ma anche favorire un maggiore isolamento sociale. Credo che il primo passo sia accogliere la percezione dell'amplificazione del proprio disagio come "normale". Non necessariamente i nervosismi e i bilanci delle festività , nonché gli "obblighi" connessi a questo periodo sono da percepirsi come patologici. Sarebbe opportuno chiedersi se le problematiche riguardano solo il momento o se ci procurano una sofferenza più pervasiva anche negli altri periodi dell'anno. Non è banale, infatti, che le persone si sentano in difficoltà perché il proprio progetto di vita segue delle direzioni diverse da ciò che ci si attendeva. Nei piccoli centri come nelle grandi città tipo Torino, la consulenza con uno psicologo andrebbe richiesta se il disagio viene davvero riconosciuto e percepito come un problema per il proprio quotidiano.
Non necessariamente vivere con poca serenità il periodo natalizio indica la presenza di problematiche profonde.
Ho bisogno dello psicologo?
È opportuno fare un bilancio delle proprie risorse per capire se si ritiene ci sia veramente bisogno della confortevolezza dello studio dello psicologo e del sostegno psicologico. Riconoscere che il disagio dovuto ai bilanci tra la realtà e l'ideale delle proprie attese è normale ed è un modo per riprendere contatto con se stessi e con le proprie risorse. Solo se la difficoltà è percepita come profonda sarà opportuno chiedere aiuto per affrontarla e superarla.