L'esperienza professionale in studio privato con adolescenti, sia in terapia individuale sia in contesto gruppale, mi porta oggi a scrivere il presente articolo. Differenti e variegate sono le tematiche tipiche del periodo adolescenziale, tuttavia molte di queste potrebbero essere inserite sotto un unico cappello: le difficoltà relazionali in adolescenza e, in particolare, le relazioni conflittuali. Non mi soffermo sulla descrizione di tale fase evolutiva ma desidero approfondire con i nostri lettori gli ambiti in cui gli/le adolescenti incontrano maggiori difficoltà , spesso con un carico di fatica e dolore emotivo intenso; mi riferisco alle relazioni affettive, amorose o istituzionali con le quali quotidianamente si confrontano.
Le modalità ambivalenti tipiche in adolescenza, che oscillano tra una necessità di punti di riferimento (un porto sicuro dal quale partire e nel quale tornare all'occorrenza) e il bisogno di autonomia-indipendenza-affermazione del sé, portano ragazzi e ragazze a gestire in modo confuso e complesso le loro relazioni. Allo stesso tempo in cui ricercano, spesso inconsapevolmente, approvazione, amore, legame e regole, agiscono comportamenti di distanziamento, opposizione, ribellione, isolamento mettendo a dura prova i rapporti e generando conflitti relazionali in famiglia, nelle amicizie, a scuola o negli altri ambienti frequentati.
Difficoltà emotivo-relazionali tra pari
In adolescenza la costruzione e il mantenimento di rapporti sinceri, profondi, continuativi e "sereni" è sempre stato un passaggio faticoso a cause delle modalità ambigue e, spesso, incoerenti messe in atto, dei bisogni non sempre consapevoli e non espressi chiaramente; oggigiorno, mi sento di affermare, il quadro si arricchisce di una maggior complessità ed in questo la fanno da padrona i social networks.
È sempre più comune affidarsi a tali strumenti (facebook, instagram, twitter, snapchat, youtube... ) per intrecciare relazioni sociali; purtroppo non è infrequente che tali "contatti" generino delusione, frustrazione o rabbia a causa della scarsa chiarezza nelle comunicazioni, dell'assenza di un approccio più autentico fondato sulla comunicazione empatica e non verbale (determinanti nelle fasi iniziali della costruzione di una relazione). Ci troviamo di fronte a giovani che desiderano aumentare il numero di conoscenti, di "amicizie" (riprendendo il termine di FB) creando rapidamente una notevole, ma spesso apparente, vicinanza; ciò ha significative ripercussioni nell'affinamento delle abilità sociali e relazionali, complicando non poco i rapporti umani "faccia a faccia", in cui il tempo condiviso, l'intimità profonda, la confidenza sincera, il contatto emotivo e l'empatia non vengono vissuti, rischiando di diventare incapaci di stare in un'autentica relazione soddisfacente e protettiva. Ciò riguarda sia le amicizie sia gli amori: nascono, si coltivano, si allontanano, finiscono, si riprendono... .tutto questo sottoposto al filtro della "tecnologia".
Altre volte ci si trova di fronte ad amicizie "antiche" che si spezzano, si lacerano, si perdono: crisi e conflitti generati da differenti stili di vita, esperienze, significati, incomprensioni o mancanza di volontà ; e allora si deve fare i conti con la nostalgia, la tristezza, la rabbia, il rancore. Comprendere i motivi che hanno portato alla rottura, all'allontanamento, riflettere sulle proprie ed altrui responsabilità ed elaborare il dolore: in questo modo sarà possibile aprirsi a nuove relazioni, liberi dagli scheletri del passato.
Difficoltà relazionali a scuola
La scuola rappresenta un luogo in cui i bambini prima, e gli adolescenti poi, imparano a relazionarsi con i loro pari. Purtroppo capita sovente che, a causa di pregiudizi, stereotipi, difficoltà comportamentali e maleducazione, si verifichino atteggiamenti di aggressività e violenza (momentanei o prolungati tipo nel bullismo) nei confronti di compagni ritenuti più deboli, inferiori, problematici, solitari. Questi ultimi possono vivere tali vessazioni isolandosi, chiudendosi sempre più nel silenzio, ed arrivando, in casi estremi, al suicidio.
Altri, invece, riescono ad affrontare queste dolorose situazioni con strategie più funzionali, eppure non è raro che portino con sé, negli anni a venire, le conseguenze traumatiche di tali esperienze, vissute come ferite fisiche-emotive-psicologiche.
Capita, infatti, di incontrare nello studio di psicoterapia adolescenti o adulti che rievocano periodi della loro vita caratterizzati dalle suddette circostanze, vittime di bullismo, soli, tristi e molto sofferenti.
In ambito scolastico problemi relazionali possono generarsi anche con gli/le insegnanti; diventa così un braccio di ferro tra professori e studenti, un "campo di battaglia" fatto di regole e infrazioni, divieti e sfide, derisione degli insegnanti o eccessivo lassismo e permessivismo da parte di questi ultimi.
Conflitti scuola-famiglia
La Scuola è un'Agenzia Educativa, oltre che Formativa, di bambini ed adolescenti. Spesso, però, i principi, i valori ed i sistemi educativi del sistema scolastico e di quello familiare non coincidono generando, in tal modo, confusione, conflitti e dissapori. Non è raro, infatti, sentire notizie di attualità che descrivono litigi, prese di posizione, rivendicazioni, meccanismi di delega non congrui tra insegnanti e genitori. Venendo a mancare la fiducia, la collaborazione e la compartecipazione le parti in causa si sottraggono alle loro responsabilità accusando l'altro, a volte in modo improprio, per il proprio operato. Tutto ciò si ripercuote inevitabilmente sull'andamento scolastico dell'alunno, che se trattasi di adolescente, vive già non poche difficoltà relazionali, emotive e comportamentali tipiche della sua età .
Il dialogo e la cooperazione tra Scuola e Famiglia costituisce, dunque, il punto di partenza per co-costruire un percorso formativo ed educativo, che poggi su valori e regole esplicite e condivise, funzionali alla crescita intellettiva, emotiva, relazionale, psicologica e comportamentale dello studente-figlio/a.
Conflitti con le famiglie d'origine
Come accennato in un precedente articolo dedicato alle difficoltà relazionali in famiglia le caratteristiche specifiche dell'adolescenza portano ad una ricontrattazione dei legami e delle interazioni tra i membri del sistema familiare; i genitori si trovano a dover rivedere alcune modalità tipiche, regole, limiti, divieti, permessi che sono stati funzionali fino a quel momento nel processo educativo e di crescita dei figli.
In tutto questo non è banale evidenziare quanto la complicità e la condivisione di un sistema educativo, il più possibile omogeneo ed armonico, tra le figure di riferimento (in primis i genitori) non sia solo necessario ma indispensabile. Durante una seduta di psicoterapia una signora mi disse "mia figlia ormai ha capito che io e suo padre su sto fatto non troviamo una quadra e lei ci marcia su... ... e avanti di litigi!".
Oggigiorno, inoltre, gli adolescenti si trovano frequentemente a districarsi nelle cosiddette "famiglie ricostituite", famiglie che hanno rispettivamente una pregressa storia familiare (costellata da gioie, dolori, fatiche, problemi antichi e/o attuali), che si incontrano e tentano, con una certa dose di difficoltà , di integrarsi e trovare un nuovo equilibrio. Se questo rappresenta di per sé un elemento di vulnerabilità nella vita quotidiana, la presenza di figli/e adolescenti può generare nuovi e più aspri conflitti, problemi relazionali, rifiuti di regole, negazione di rapporti e della nuova realtà familiare.
Lo psicologo può essere d'aiuto?
I problemi relazionali, i rapporti conflittuali e le difficoltà comunicative sono materia di lavoro dello psicologo e dello psicoterapeuta; è necessario, tuttavia, che le persone coinvolte nel conflitto siano consapevoli del disagio conseguente e che siano motivate ad affrontarlo. Dico questo perché pur trattandosi di circostanze che generano notevole sofferenza e fatica nell'adolescente egli/essa, spesso, non è disponibile a prendersene cura, a ricevere sostegno e aiuto da uno psicoterapeuta, immerso nel pregiudizio che psicologo=malattia mentale e che "me la posso risolvere da solo". Tale pregiudizio, d'altro canto, sovente guida i pensieri dei genitori che, pur notando il disagio del figlio/figlia, sminuiscono e svalutano inasprendo in tal modo il conflitto e non consentendogli di accedere al sostegno psicologico o alla terapia. Ottenuto il consenso di entrambe le parti l'intervento psicologico avviene attraverso un attento ascolto delle motivazioni alla base del conflitto e dei differenti punti di vista, un'accurata analisi di possibili nuovi significati dell'accaduto e modalità alternative di comportamento più funzionali al benessere.
Le psicoterapeute dello Studio Psicologo Torino si prendono cura di ragazzi e ragazze adolescenti e delle loro difficoltà relazionali attraverso:
- colloqui individuali di sostegno o di terapia, rivolti ad adolescenti o ai genitori;
- gruppi di consapevolezza o di terapia, rivolti ad adolescenti;
- terapia familiare, rivolta a tutto il sistema familiare
Percorso molto interessante rivolto agli adolescenti. Sono previsti nuovi incontri?
01-05-2017 15:56 | Rispondi
Buongiorno Sig.ra Angela, se si riferisce al ciclo di appuntamenti "Adolescenza al femminile" è in programmazione un nuovo ciclo di incontri da gennaio 2018; Se al contrario si riferisce ad una terapia legata ad a problemi di difficoltà relazionali per un ragazzo/a adolescente è opportuno esaminare il caso nel dettaglio per comprendere come operare. In entrambi i casi se interessata può contattarci in modo tale da ricevere ulteriori informazioni ed essere, successivamente, da noi ricontattata. La ringraziamo per l'attenzione.
05-05-2017 12:24 | Rispondi