Quando l’ansia diventa fobia

Quando l’ansia diventa fobia

In un articolo precedente abbiamo analizzato il rapporto tra l'ansia e la paura. Esse sono sottese dagli stessi meccanismi di attivazione ma l'ansia risulta maggiormente prolungata nel tempo e non sempre legata ad uno stimolo specifico.

I disturbi causati dall'ansia

L'ansia può giungere a determinare uno stato psichico caratterizzato da tensione, incertezza, attesa apprensiva, scoraggiamento, insicurezza e rammarico. Tale effetto può acutizzarsi in rapporto a stimoli che la persona legge come particolarmente ansiogeni. Accanto a queste sensazioni possono riscontrarsi anche sintomi somatici tra cui i respiratori (come la sensazione di nodo in gola che affatica la respirazione), i cardiaci (ad esempio la tachicardia ansiogena), i sintomi dell'apparato digerente (tra cui i dolori gastrici), i sintomi neuromuscolari (ad esempio il tremore) e i sintomi sensitivo-sensoriali e cutanei (eccessiva sudorazione, sensazioni di caldo o freddo, ecc.). A volte succede, invece, che l'ansia si strutturi nella sua forma più acuta e drammatica: l'attacco di panico. Questo rappresenta un'esperienza così spiacevole da indurre terrore al solo pensiero di riviverla. Paura, ansia e panico possono intrecciarsi in una maniera estremamente particolare all'interno di un disturbo chiamato fobia.

La trasformazione da ansia a fobia

Le fobie sono paure intense e specifiche legate a situazioni o oggetti che non rappresentano una reale fonte di pericolo. La persona che ne soffre giudica come eccessivo il suo timore ma si sente spinta ad evitare la situazione fobica cioè lo stimolo che incute paura. Le situazioni fobiche possono riguardare spazi, ambienti sociali, oggetti o animali. Una persona affetta da fobia cerca di gestire l'ansia connessa al disturbo attraverso le cosiddette condotte fobiche che si articolano in condotte di evitamento e di rassicurazione. In rapporto alla situazione fobica, una persona potrebbe decidere di provare ad evitarla talvolta condizionando notevolmente le proprie abitudini di vita; o ancora potrebbe decidere di affrontare la fonte della paura facendosi accompagnare da qualcuno e adottando, quindi, condotte di rassicurazione. Tutte le fobie sono caratterizzate dalla cosiddetta ansia anticipatoria cioè il timore di imbattersi nella situazione fobica.

Le diverse forme delle fobie

Le fobie si articolano in tre principali forme: l'agorafobia, la fobia sociale e la fobia specifica.

L'agorafobia ha un rapporto peculiare con ansia e panico poiché spesso si osserva in associazione ad attacchi di panico. Essa è intesa come la paura di trovarsi in posti o situazioni da cui risulterebbe difficile o imbarazzante allontanarsi o nei quali si sente di non poter ricevere aiuto in caso di attacco di panico. La persona che ne soffre può intervallare le condotte sopra descritte per tentare di gestire l'ansia ed evitare di rivivere l'esperienza dell'attacco di panico.

La fobia sociale considera come ansiogene le situazioni in cui la persona possa essere esposta al giudizio altrui o possa trovarsi ad agire in modo inopportuno col rischio di sentirsi umiliata o in imbarazzo. La situazione fobica ad essa corrispondente potrebbe essere parlare in pubblico o mangiare in pubblico e più in generale potrebbe coincidere con le situazioni sociali che richiedano il contatto con altri esponendo la persona alla paura di un giudizio. Il tentativo di gestire l'ansia attraverso condotte di evitamento e rassicurazione può far sentire inadeguati e incapaci abbassando l'autostima.

La fobia specifica è, infine, la paura intensa, eccessiva e irrazionale di uno stimolo come un oggetto, una situazione o un animale. Anche in questo caso la persona che ne soffre sarà  interessata dall'uso di condotte di evitamento e dall'ansia anticipatoria in relazione all'idea di essere esposta allo stimolo specifico. Generalmente però l'esito di questo disturbo è meno invalidante rispetto alle altre fobie grazie alla facilità  con cui in molti casi può essere possibile evitare la fonte della paura stessa.


Una psicoterapia può essere particolarmente utile per individuare delle strategie maggiormente funzionali per gestire l'ansia connessa alle fobie. Può supportare nella comprensione delle motivazioni sottostanti all'ansia e al panico al fine di attivare le proprie risorse e rielaborare i dolorosi stati psichici connessi a questi disturbi.

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